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Parigi,  29 settembre 2016 –  Nove giorni pieni di défilé. Da martedì 27 settembre a mercoledì 5 ottobre, apre Saint Laurent e chiudono Louis Vuitton e Miu Miu, bloccando così ben bene la fashion week parigina per le collezioni donna dell’estate 2017.

Un pugno di giorni in più rispetto a Milano Moda Donna che ha chiuso lunedì scorso con una intera giornata dedicata alle giovani promesse dello stile perchè stavolta Giorgio Armani non ha accettato di sfilare per ultimo, anticipando a venerdì scorso il défilé della prima linea e decidendo di venire qui a Parigi per presentare l‘Emporio Armani in occasione del restyling dello store in Saint Germain. Insomma, Parigi spopola e va giù di debutti eccellenti come quello di Antony Vaccarello, stilista belga allievo di Donatella Versace che gli ha fatto disegnare qualche stagione di Versus Versace, ora direttore creativo di Saint Laurent che presto dovrebbe tornare alle origini ed essere come deve essere Yves Saint Laurent.

L’abbreviazione-snaturamento è stata opera di Hedi Slimane che ha gettato la spugna mesi fa per tornarsene a lavorare in libertà a Los Angeles. Ora Vaccarello ridà al brand quel che gli appartiene, massimamente il nome del mitico fondatore Yves e forse in questa direzione va letto il saluto primo della show all’immenso e sempre potente Pierre Bergè, socio e compagno del grande stilista che ha inventato lo stile contemporaneo e messo lo smoking alle donne. Vaccarello ha mandato in passerella una giovane donne molto sexy in  nude look e jeans feticcio destinate ad essere vendutissimi. Aspettando il debutto domani di Maria Grazia Chiuri da Dior ecco oggi la moda forte e primitiva di Rick Owens, ieri quella colorata e lieve di Rochas disegnata da Alessandro Dell’Acqua con grande senso del colore, la seduzione di Olivier Theyskens, le stampe floreali di Dries Van Noten. Alla sua prima volta anche Bouchara Jarrar da Lanvin (che è succeduta a Alber Elbaz, cacciato dalla proprietà mesi fa ma che a giorni sarà insiegnito da Hollande della Legion d’Honneur) con abiti trasparenti che giovano con look maschili. Corte e asimmetriche le gonne di Guy Laroche, specchi rotti sui revers del trench-abito di Maison Margiela disegnato dal genio assoluto di John Galliano: qui nulla è volutamente in ordine, tutto è piacevolmente sconvolto.