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Alla corte di Maria Grazia Chiuri moltissimi Vip, da Rihanna a Charlize Theron passando per gli immancabili Fedez-Ferragni

Rihanna arriva allo show per la collezione Dior Cruise 2018, la prima disegnata dal direttore creativo della maison Maria Grazia Chiuri, avvolta in una pelliccia di coyote, Frida Pinto al contrario struscia sulla terra l’orlo dell’abito lungo nero di tulle nude look. Charlize Theron sfodera una bellezza divina, Anjelica Huston un fascino senza età. Come sempre abbracciati e ammaliati l’uno dall’altra Fedez e Chiara Ferragni con l’amica Anna Dello Russo, giornalista fashion tra le più intelligenti e eccentriche con in testa una corona di piume da capo indiano tempestata di cristalli firmata Sacai.

Siamo nella Upper Las Virgenes Canyon Open Space Reserve a pochi chilometri da Los Angeles, in una riserva naturale dove osano le aquile e dove alla fine del defilè si alzano nella notte droni e due mongolfiere di luce che esaltano il fascino delle otto grandi tende che hanno accolto al calar del sole i 750 ospiti di Dior arrivati da tutto il mondo in California per questo debutto di Maria Grazia Chiuri per la collezione Cruise, da dieci mesi alla guida degli atelier parigini e al timone stilistico di una corazzata del lusso come questa.

Ottantatre modelle per altrettante mises, che sfilano intorno alle tende di juta e calpestano la terra nuda in stivali o ciabattine di piume. Chiuri ha ripensato il mondo delle caverne, ritornando idealmente  all’origine della donna. Per ritrovare una femminilità selvaggia, antica, ancestrale, magica. Per ricominciare ritornando ai miti della fertilità primitiva, all’infanzia dell’umanità, al silenzio del deserto, alla natura padrona e amica. Maria Grazia Chiuri, partendo da questi miti ancestrali, ha creato per set un accampamento  primitivo-chic. Alla fine dello show, tra champagne del gruppo LVMH e miniamburger da ranch, performance di Solange Knowels, la sorella di Beyoncé,

“Dior Sauvage” è l’enorme scritta che campeggia su una delle colline della riserva, e questo è il solo cenno hollywoodiano di un evento già memorabile nella storia della moda e della maison Dior che quest’anno festeggia 70 anni di fama e di gloria stilistica e ricomincia da Los Angeles dove Monsieur Christian arrivò già nel 1947, l’anno del New Look, commosso dalla bellezza della California, “vero paradiso terrestre”, per poi tornarci a sfilare nel 1957. Qui è tornata Maria Grazia Chiuri, prima donna direttore creativo della maison, che in soli dieci mesi dall’arrivo ha portato “grazia, determinazione e successo” come dice il presidente e ad di Dior Sidney Toledano, perchè nei primi tre mesi di quest’anno le vendite nei monobrand del mondo sono aumentate del +19%, “conquistando clienti nuove e non perdendo le vecchie”.

Maria Grazia ha portato al brand un “colpo di giovinezza”, dice con orgoglio Toledano dopo lo show sensazionale per la collezione dedicata all’arte primitiva, ai graffiti e alle pitture della grotta di Lascaux, al fascino delle donne sciamane di oggi che vogliono “autodefinirsi” come spiega Chiuri che ha letto con passione e meraviglia “Il risveglio della dea” di Vicki Noble e “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés che inneggiano allo spirito selvaggio delle donne, quasi un femminismo al primitivo.

“Non ho pensato ai red carpet o ad Hollywood quando ho deciso di presentare la mia prima collezione Cruise qui a Los Angeles – racconta Maria Grazia Chiuri – ma all’altro aspetto di questi luoghi, quello selvaggio, di cui nessuno parla mai, dove si può essere in contatto completo con la natura. Poi a New York ho visto la mostra su Georgia O’Keeffe, figura ieratica d’artista che mi ha molto colpita, è lei la sciamana contemporanea. In archivio ho trovato la collezione Dior del 1951 già con gli stampati degli animali primitivi ed eccoci qua a lavorare sull’heritage e sulle donne di oggi”. Che per Maria Grazia adesso non debbono più permettere a nessuno di definirle, di camuffarne il loro lato naturale. E questo anche nella moda “che deve tornare a dialogare con le donne, per poter scegliere da sole il proprio stile. ” Noi come designer dobbiamo capire come traghettare i grandi brand verso il nuovo mondo”.

Lei, Maria Grazia Chiuri, ritorna alle origini della specie umana e stampa sulle gonne svasate che si fermano al polpaccio gli animali preistorici della grotta di Lascaux, definita “la Cappella Sistina del Paleolitico” che risale a 17500 anni fa, ricama sugli abiti da ballo i tarocchi disegnati in esclusiva per lei da Vicki Noble perpetuando rituali cari a Monsieur Christian, intaglia le pellecce con i graffiti rupestri, borda di frange ponchos e giacche di pelle, mette in testa alle modelle i cappelli della O’Keeffe e le veste di rosso come Diana Vreeland, l’arcobaleno indiano e i fiori del deserto sulla maglieria.