Lo stilista punta sul glicine e sui colori dei fiori per la sua collezione di alta sartoria. E ammette: “Vestirei volentieri Melania Trump”
“In questo momento mi sento molto romantico e carico di energia!”. E’ in gran forma Renato Balestra alla vigilia del defilè per AltaRoma con una collezione di 30 abiti da cocktail e da gran sera da perdere il fiato tanto sono leggeri, leggiadri, semplici ma sartorialmente perfetti. “Ho voglia di poesia – dice il couturier che ha vissuto tutti i tempi magici dell’alta moda romana, prima come disegnatore per le Sorelle Fontana e poi in proprio con la sua maison, tanto da non aver mai voluto lasciare Roma che tanto gli ha portato fortuna – e per questo ho preso ispirazione dai colori dei fiori di un risveglio di primavera, quando rose e campanule sono ancora in boccio, pallidissimi. Il colore vedette è il glicine, ma c’è anche rosa chiaro e turchese, azzurro cielo e giallo chiarissimo, con largo uso del plissè che drappeggia e scolpisce il corpo e definisce modelli di inarrivabile perfezione couture”.
Non manca un vestito lungo che è l’essenza della primavera, un po’ botticelliano perchè la modella che lo indossa ha fiori di seta sparsi tra i capelli. “Finisco con la più classica delle spose, spudoratamente classica e in chiffon impalpabile”, continua Renato Balestra che stasera ha ricevuto la visita della sindaca Virginia Raggi, che lo ha premiato con la Medaglia del Natale di Roma per il sessantesimo anniversario del gemellaggio Roma-Parigi. “E’ la mia prima sfilata”, ha detto la prima cittadina aggiungendo che il dossier AltaRoma “è sul tavolo dell’assessore”. “Speriamo di poter fare di più”, ha concluso.
“Meglio tardi che mai! – scherza Balestra – sono contento che la sindaca mi premi e attraverso di me premi l’alta moda a Roma. E’ un buon segno, tutto sommato vuol dire che sostiene la moda e se c’è anche solo uno spiraglio perchè la città riprenda quota io ne sono felice. Per rilanciare l’immagine di Roma e del Paese ci vuole gente che creda nel valore della cultura e della bellezza. Comunque dico anche: mostriamoli anche a Grillo questi miei vestiti!”, sorride Renato.
Ed ecco l’abito turchese nude look perchè con ampi intarsi seppur abbastanza pudichi, ecco i ventagli di plissè sul vestito che si avvolge in un corpetto voluttuoso, ecco il tulle malva pallido a spirale di ruches, semplicemente magnifico. Sorridono e sono contente per questi abiti eccezionali le due figlie del grande stilista, Fabiana e Federica Balestra che da anni lavorano con lui e portano avanti l’atelier nel palazzo in via Cola di Rienzo da dove spessissimo Renato prende il volo per andare in America, in Oriente e nei Paesi Arabi a mostrare le collezioni. “Non mi sono mai sentito tanto carico di energia come adesso, ho già tutta in mente la prossima collezione alta moda per luglio”, racconta questo gagliardo e appassionatissimo novantenne dello stile che porta ancora così in alto la bandiera del Made in Italy totale nel mondo.
“Mi fanno proprio ridere tutti quei colleghi che hanno detto che non vorrebbero vestire Melania Trump. Io sì che lo vorrei fare, ma ora con le nuove direttive protezioniste del marito presidente tutto sembra più difficile. Comunque la first lady è molto bella ed elegante, non mi è piaciuto l’abito dell’investitura che la ingoffava troppo così tutta inguantata, mentre l’abito da ballo era perfetto – continua Balestra – io sono pro Trump, farà bene, e farà molto bene anche Ivanka“.
Poi due consigli spassionati: “Il tacco basso in alta moda non mi piace, trovo che sia un’ostentazione di modernità. Meglio i tacchi alti con l’abito da sera. E poi ancora mi fa orrore la gran sera a declinazione punk, con lo stivaletto”, conclude il sempre visionario Balestra.