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I giovani stilisti scrivono una lettera ai giovani studenti di moda. Basta con le pellicce, voltiamo pagina. Li appoggia la Peta, da sempre impegnata sul fronte animalista e organizzazione cara a molte supertop di ieri e di oggi  che spesso hanno sostenuto queste battaglie per salvare gli animali che hanno il pelo più bello e prezioso. 

Il futuro della moda sta nei materiali che rispettano l’ambiente e gli animali, non nella pelliccia – ecco il messaggio che la Peta e otto noti nomi della moda stanno mandando agli aspiranti stilisti in una lettera spedita al riconosciuto centro internazionale di moda Central Saint Martins. Hannah Weiland di ShrimpsFaustine SteinmetzVika Gazinskaya e Felder Felder sono tra quelli che chiedono ai talenti emergenti di rifiutare offerte provenienti dalle aziende che propongono pellicce agli studenti in cambio per una sponsorizzazione delle loro collezioni.

“Fortunatamente non c’è alcun bisogno di contribuire al barbaro trattamento degli animali praticato dall’industria delle pellicce per avere successo nel mondo della moda”, dice la lettera. “I materiali etici sono più richiesti che mai, e il numero in crescita degli stilisti fur-free sulle passerelle internazionali è una chiara indicazione del fatto che è possibile essere coraggiosi quanto innovativi e conquistare le passerelle senza nuocere agli animali”.

Un caso su tutti è quello delle collezioni di Stella McCartney che rifiuta perfino la pelle per borse e scarpe, figurarsi le pellicce! E anche Giorgio Armani si è fatto portatore di questo messaggio d’amore per gli animali mettendo sempre nelle sue collezioni dei materiali ecologici, sempre molto belli.

L’86% delle collezioni Autunno-Inverno 2016 della Settimana della Moda di Londra escludeva le pellicce, e sondaggi recenti mostrano che il 95% del pubblico britannico si rifiuta di indossare questo materiale dalla crudele produzione.

La Peta, il cui motto legge in parte che “gli animali non sono nostri da indossare“, ha documentato che gli animali sugli allevamenti di pelliccia sono confinati ad affollate gabbie sporche prima di essere affogati, picchiati, strangolati, folgorati, o addirittura scuoiati vivi per cappotti, collari e polsini in pelliccia. Anche in Paesi con allevamenti dalla cosiddetta “Origine assicurata”, gli animali allevati per la pelliccia soffrono la fame, vengono trascurati ed esibiscono ferite aperte che non vengono trattate.