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Quaranta scatti in bianco e nero, nessun nudo, ma soprattutto niente Photoshop spesso usato per raggiungere un ideale di perfezione “irraggiungibile”

“Ho voluto liberare le donne dall’idea dell’eterna giovinezza e perfezione perchè l’ideale della bellezza perfetta promossa dalla società è un obiettivo irraggiungibile”. Peter Lindbergh, maestro indiscusso della fotografia con l’anima, racconta così i 40 scatti del Calendario Pirelli 2017 che ha firmato e presentato a Parigi all’Hotel Salomon de Rothschild ai media e poi a sera alla Cité du Cinema di Saint Denis per il consueto gran gala cultural-mondano che consacra la presentazione del The Cal, giunto quest’anno alla sua 44° edizione, come uno degli avvenimenti più attesi dal jet set.

Quaranta foto spalmate con sapienza nel Calendario Pirelli 2017 che Peter Lindbergh ha voluto in assoluto bianco e nero, intitolandolo proprio per questa sua valenza simbolica ‘Emotional’, tra ombre e luci “teutoniche” e immagini indimenticabili per intensità. Una svolta perchè stavolta The Cal non ha nemmeno un nudo, un accenno troppo sexy, concentrandosi con quello che le donne hanno nella testa e nel cuore, corpi affascinanti che raccontano la vita e l’intimità femminile con la presenza forte di 14 attrici di fama internazionale come Jessica Chastain, Penelope Cruz, Nicole Kidman, Rooney Mara, Helen Mirren, Julianne Moore, Lupita Nyong’o, Charlotte Rampling, Lea Seydoux, Uma Thurman, Alicia Vikander, Kate Winslet, Robin Wright, Zhang Ziyi. La più giovane la Vikander che ha 28 anni e la più vecchia Helen Mirren che ne ha 71, passando per i 70 anni di Charlotte Rampling e i 31 di Rooney Mara, i 41 di Kate Winslet e i 42 di Penelope Cruz ai 56 della Moore. Tra loro sei premi Oscar.

Un ‘Emotional’ continuo tra mesi che si raccontano con 3 scatti come gennaio che comincia con Nicole Kidman in sottoveste bianca e gambe come saette, Alicia Vikander con Lea Seydoux per febbraio, e ancora aprile con Lupita a tutto viso, la magrezza del collo con un accenno di pomo d’adamo di Jessica, le semplici culotte bordate di pizzo con la t-shirt nera di Penelope per agosto che mostra solo la spallina del reggiseno, i primi piani della cinese Zang per settembre e le lentiggini furiose di Julianne, i capelli che invadono il viso di Uma segnano ottobre, a novembre c’è Helen Mirren che ti guarda di sbiego da sotto una coperta-cappotto e il dicembre ribelle e da strega della Rampling. Segno comun denominatore il toccarsi i capelli, come a ricordare che le donne hanno prima di tutto una testa che pensa. “Le riviste di moda sono contro l’identità delle giovani ragazze perché le omologano e ispirano in loro dei falsi miti”, ha voluto sottolineare Peter Lindbergh.

Insomma, le età delle donne raccontate dal maestro della fotografia con la forza del bianco e nero in cinque diverse location da Berlino a Los Angeles, da New York a Londra fino alla spiaggia francese di Le Touqet dove ha scattato l’ultimo ritratto, fuori da ogni senso dei giorni e dei mesi, alla giovane russa Anastasia Ignatova, una giovane professoressa di Teoria Politica all’università di Mosca conosciuta una sera insieme all’amministratore delegato e vice presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera e alla moglie Afef Jnifen.

Per il grande fotografo inventore del New Normal estetico, il padre delle supermodel degli anni Novanta, questo è il suo terzo Calendario Pirelli, l’unico di tale ripetitiva grazia, dopo quello del 1996 scattato in California nel deserto di El Mirage e il 2002 realizzato negli Studios della Paramounth Pictures a Los Angeles. Nel 2014 era stato sempre Lindbergh con Patrick Demarchelier a realizzare gli scatti celebrativi dei 50 anni del calendario.

“Ho voluto ricordare a tutti che esiste una bellezza diversa, più reale, autentica e non manipolata dalla pubblicità e da altro – ha spiegato il tedesco Lindbergh che vive tra New York e Parigi e Los Angeles ed è amico personale di ognuna delle dive di questo Calendario Pirelli  -. Una bellezza che parla di sensibilità e di coraggio, ma soprattutto di voglia di essere sempre se stessi. Per questo non ho quasi mai usato Photoshop: io odio tutto quello che è totalmente finto, tirato alla perfezione, mi piace ritrarre i visi così come sono, nelle riviste patinate per esempio le modelle non sono loro, ci sono fotografi che allungano le gambe con Photoshop anche di 20 centrimetri! E invece oggi la nuova libertà, l’ultima conquista delle donne – ha concluso Lindbergh – è il mostrarsi come si è. Basta con la sola avvenenza”.

Una rivoluzione copernicana, un punto e a capo dell’estetica contemporanea, un Olimpo di normalità visto che Peter Lindbergh ha utilizzato le magie del fotoritocco al minimo, solo per “rendere meno elettriche le ciglia e per modificare la grana delle foto”.

“Questa edizione del calendario è molto speciale grazie a Peter e a questo gruppo di modelle molto speciali. Il calendario è l’icona della Pirelli fin dalla prima edizione e la chiave del suo successo è la libertà di espressione che diamo ogni volta ai grandi fotografi”, ha detto dal canto suo Marco Tronchetti Provera.

Con lui sul palco, oltre a Lindbergh, tre dive speciali: Nicole Kidman, Uma Thurman ed Helen Mirren, tutte e tre di nero vestite, le quali hanno raccontato con grande divertimento la loro straordinaria esperienza per questo lavoro che le ha portate a “mettersi a nudo senza spogliarsi, una vera sfida per l’anima”. Poi il messaggio alle nuove generazioni: “Alle ragazze di oggi dico di guardare il calendario Pirelli e di farselo comprare dai loro genitori (anche se il calendario non è in vendita, ndr) – ha detto Helen Mirren – perché così vedono le donne reali. il nostro ruolo è difficile, è un momento di sfide, la vita è fantastica, passerà anche la gioventù e la bellezza. Accettare se stesse è la bellezza vera”.