Il presidente e ceo illustra le cinque pietre miliari per avere successo oggi. E loda il direttore creativo Alessandro Michele
“Visto che roba! Abbiamo appena incominciato e il bello deve ancora venire!”, dice con un largo sorriso Marco Bizzarri, presidente e ceo di Gucci, prima di iniziare la lecture al Polimoda di Firenze per il ciclo di appuntamenti coi grandi del fashion lanciato dal direttore della scuola internazionale che ha sede nella magnifica Villa Favard, Danilo Venturi. Bizzarri si riferisce ai risultati dell’ultimo bilancio cha ha portato il brand a 4.378,3 milioni di euro di fatturato, con un netto e fantastico +12,7% rispetto al 2015.
Tanti i giovani studenti presenti nell’Aula Magna per ascoltare il racconto della reinvenzione di Gucci e soprattutto le tappe che hanno portato ai risultati di fatturato del 2016, un anno che per Gucci è stato davvero incredibile. Tutto è partito quando Bizzarri ha nominato Alessandro Michele direttore creativo e ha voluto che sfilasse subito nel gennaio 2015 con quel suo “massimalismo all’italiana” che lo sta rendendo uno degli stilisti più famosi, apprezzati e osannati al mondo. .
“Sono contento di essere qui in una scuola a parlare di creatività e di business a voi ragazzi che state gettando le basi della vostra vita – dice Marco Bizzarri agli studenti – quando studiavo io non c’erano scuole come Polimoda. E io credo molto nella specializzazione dell’educazione e sono onorato di parlare qui a Firenze perchè voi tutti conoscete il profondo rapporto che lega Gucci alla città e al suo territorio, un legame che tocca passato, presente e futuro”.
Il presidente poi si è presentato: “Lavoro nel gruppo Kering dal 2005, e sono più di 10 anni. Ho avuto la possibilità di dirigere alcuni marchi di moda eccezionali, fra cui Stella McCartney, Bottega Veneta e ora Gucci, ognuno a una fase diversa del proprio percorso di crescita, e in un momento storico diverso del settore del lusso”.
Poi il racconto di questa favolosa reinvenzione di Gucci, dopo la proiezione di un filmato molto onirico e sognante. “Io non ho nessuna formula magica. La formula magica è che ciascun brand è diverso, con dei team diversi, e che il ceo è un sarto che coordina e potenzia al massimo gli sforzi dei collaboratori per portare al successo il brand di cui è responsabile. E, nel processo, senza mai dimenticare quei valori. Sono molto fortunato di avere un grande capo come Francois Henri Pinault che mi ispira costantemente e mi porta a guardare sempre avanti, con enorme entusiasmo e passione”, dice sempre Bizzarri. Nella filosofia del presidente di Gucci niente è impossibile. Ma in azienda si deve far coincidere business e cultura, rispetto del lavoro, team appassionati e flessibili, estetica ed etica. E la parola chiave del rilancio è “cambiamento”, il fil rouge di Gucci iniziato con Domenico De Sole e Tom Ford, altra accoppiata magica e mitica. Necessari produzione e qualità che eccellono nel territorio fiorentino. E poi le lodi di Alessandro Michele “che ha mostrato al mondo una creatività straordinaria, che crea prodotti incredibili caratterizzati da una narrativa unica e un’estetica che i nostri competitor non sono ancora riusciti ad afferrare”, dice orgoglioso Bizzarri raccontanto l’incontro decisivo che poi ha portato alla più rischiosa decisione della sua vita di manager, quella di nominare Michele a direttore creativo. “Andai a casa sua a Roma – racconta Bizzarri – e ho trovato una persona normale, un fatto che nel nostro ambiente non darei proprio per scontato. Alessandro è un ragazzo estremamente educato, che sa ascoltare. Non è una persona che cambia la direzione creativa semplicemente sulla base di una decisione personale. Rispetta le persone, le sa responsabilizzare. È un uomo con il qualei vuoi lavorare e scambiare idee e prospettive. Pensai, scherzando, che era un matto ma con un’estetica molto spinta. E lui quel giorno indossava già le scarpe con la pelliccia! E allora dissi a Pinault che dovevamo scommettere su questo stilista che avevamo in casa”.
Cultura e valori, storia e business sono alla base dei rischi che Bizzarri si è preso, valori e cultura da condividere con un team pieno di energia, con una cultura aziendale che responsabilizza tutti i collaboratori. “Perché puoi anche essere la persona di maggior talento al mondo o quella più creativa, ma se non conosci le basi, se non inizi da zero, non riuscirai mai a raggiungere grandi risultati – continua il presidente di Gucci -. In cima a tutto questo, ci sono cinque pietre miliari che per me sono le risorse più importanti e imprescindibili se davvero volete avere successo oggi: cercare sempre l’innovazione; senso di responsabilità, rispetto e valorizzazione delle diversità; lavoro di squadra; lavoro quotidiano importante quanto la strategia; sorriso e felicità”.
Il viaggio dorato di Gucci per il suo presidente è appena incominciato, “il bello deve ancora venire” come ama ripetere, specie ora che sta seminando in azienda il concetto di lavorare costantemente, con obiettivi giorno per giorno, come una mentalità da start up. Poi per finire una domanda sulla nuova situazione in America con Trump. “Nel 2017 il lusso avrà un andamento piatto. In America? Sì c’è qualche preoccupazione, specie per l’incertezza che c’è e per il clima che si respira che certo non favorisce gli acquisti di impulso come quelli che si fanno da noi. Ma sono certo che le cose poi andranno meglio, in fondo le crisi di questi ultimi anni ci hanno insegnato ad essere molto flessibili“, conclude Marco Bizzarri.