Re Giorgio porta in passerella nel suo Teatro tre giovani talenti. Poi sarà lui a chiudere il calendario milanese che quest’anno soffre di alcune defezioni
Se non ci fosse Giorgio Armani bisognerebbe inventarlo. La moda italiana gli deve molto, sempre di più. L’ultimo esempio le prossime sfilate per Milano Moda Uomo dal 13 al 17 gennaio 2017 che lo vedono come ogni volta chiudere un Calendario che si è fatto di stagione dopo stagione sempre più asciutto.
Ed ecco allora la zampata di re Giorgio che martedì 17 gennaio prima della sua sfilata per la prima linea Giorgio Armani alle 12 apre il suo Teatro di via Bergognone ad una sfilata collettiva di tre giovani talenti, Moto Guo dalla Malesia, Consistence da Cina/Taiwan e Yoshio Kubo dal Giappone. Un sostegno concreto e generoso al talento Internazionale, iniziato già negli anni scorsi con l’impegno di Armani di ospitare nel suo Teatro realizzato con Tadao Ando un giovane creativo e ora divenuta passerella collettiva in collaborazione con Camera Nazionale della Moda Italiana. Forse per questo tris di stilisti Giorgio deve aver ripensato ai suo inizi nella Sala Bianca di Palazzo Pitti: era il 1974, lui iniziava a farsi ben conoscere per il suo tocco magico, aveva 42 anni e nella collettiva di quei giorni lontani disegnava per Montedoro, Sicons e Tendresse.
Ora questo nuovo progetto per la prossima edizione di Milano Moda Uomo indica la volontà di evidenziare il ricambio generazionale in corso e al tempo stesso contribuire all’internazionalizzazione del Calendario milanese che, è indubbio, soffre un po’ per varie defezioni. La più importante quella di Gucci che ha deciso di far sfilare uomo e donna insieme ma a febbraio nelle giornate di Milano Moda Donna. Poi marchi come Ermanno Scervino dall’anno scorso hanno deciso di presentare in show room, la collezione maschile per l’inverno 2017-2018.
“Milano sta vivendo un momento di grande fermento estetico e culturale – dice Giorgio Armani – del quale la moda è parte attiva. Per questo ho deciso di ampliare la mia iniziativa a favore dei designer di maggior talento, per creare una giornata unica e stimolante nel Calendario. Mi piaceva l’idea di offrire la possibilità a più brand di presentare il proprio lavoro in questa occasione, lasciando che siano semplicemente gli abiti a parlare senza avvalersi di particolari allestimenti. Mi auguro – conclude Giorgio – che così come era stato per me anche per loro sia di buon auspicio”.
Carlo Capasa, Presidente di Camera Moda in una lettera inviata ieri agli associati ricorda come le sfilate in calendario per gennaio prossimo sono 37 invece delle 35 della scorsa edizione perchè sfilano per la prima volta Billionaire, Cédric Charlier, Federico Curradi, Malibu 1992, Palm Angels, Plein Sports, Wood Wood. “Accanto ai nomi storici alcune importanti maison tornano a sfilare a Milano – dice Capasa – come Antonio Marras, Ermenegildo Zegna, Frankie Morello, Moschino, N.21”. Ad aprire il Calendario l’attesa prima sfilata di Alessandro Sartori per Ermenegildo Zegna, a chiuderlo Giorgio Armani, e fra le presenze di spicco quella di brand come Versace, Marni (stavolta senza Consuelo Castiglioni come direttore creativo dopo il recente addio al brand da lei fondato), Prada, Moncler Gamme Bleu disegnata da Thom Brown e Fendi.
“Siamo i più forti del mondo – spiega Carlo Capasa – la nostra settimana della moda maschile comincia con Pitti Uomo a Firenze e finisce con Milano Moda Uomo, non ci sono problemi di campanile sarebbero antistorici in un mercato globale. Il nostro primato deriva dal nostro export e dalla nostra capacità produttiva, seconda in Europa dopo la Germania. Sono grato a Matteo Renzi di aver messo la moda italiana al centro degli interessi e degli impegni del Governo. E spero che il Premier Gentiloni faccia altrettanto. Sono contento della riconferma di Carlo Calenda come Ministro dello Sviluppo Economico, lui sa che la moda è il secondo settore per importanza nel Paese e ha un bilancio attivo molto importante”, conclude il presidente di Camera Moda sempre più orgoglioso del fashion italiano.