La collezione dello stilista visionario per il prossimo inverno al Palais de Tokyo
Parigi, 3 marzo 2017 – Nei locali ruvidi e come diroccati del sottosuolo del Palais de Tokyo è andata in scena ieri sera la collezione per il prossimo inverno di Rick Owens, stilista visionario tra i migliori sulla piazza. Non poteva esserci luogo più adatto per la sfilata-processione tra scale e cemento vivo delle modelle in abiti neo-gotici, stranianti, strani, che coprivano avvolgendole di piumini come nodi sul corpo, gonfi, esagerati o pezzi di tessuto di lana cotta che dalla gonna lunga alle giacche scomposte scaldano l’inverno che verrà di Owens, stilista americano di 55 anni sposato con Michelle Lamy che ha scelto da anni di vivere in Italia: sei mesi a Venezia, sei mesi a Concordia in Emilia dove hanno sede i laboratori del brand per una produzione tutta Made in Italy.
Tanto nero, come sempre, ma anche marrone, ocra, verde muschio, cenere, per i colori. Tanta pelle per cappe mirabolanti e misteriose. Su tutto le acconciature delle modelle col volto incipriato di bianco: due maniche di felpa montate su una impalcatura di ferro ai lati della testa, delle visiere alzate e come solo immaginate, una manica che si allunga all’inverosimile e sembra una proboscide di elefante e una modella che esce col viso completamente nascosto da un baldacchino che regge sempre una manica che pare un burka. Nessun riferimento alle strade di oggi, in Europa e nel mondo, da Rick Owens si fa poesia della moda, che si scompone e ricompone secondo canoni estetici futuristici e inediti, Un messaggio anche ancestrale, concettuale, che rimanda alla pittura fiamminga e a delle sacerdotesse che hanno sposato silenzio e pauperismo e che forse abitano in un altro pianeta.