L’annuncio solo pochi giorni fa: la maison Emilio Pucci lascia Firenze e trasferisce tutto a Milano, studio stilistico, sede legale, uffici.
Disorientamento anche perché sempre in questi giorni è arrivata la news della grave decisione della Roberto Cavalli di licenziare 200 persone e di trasferire tutti i dipendenti da Milano a Firenze, nella sede dell’Osmannoro. Insomma chi sale e chi scende lungo l’asse del fashion italiano. In un comunicato di Pucci si è detto che tutto è deciso per razionalizzare sedi e progetti e poi anche che Milano sarebbe la città ideale per la moda mentre Firenze appare più debole per esprimere la creatività. Opinioni certo tutte da discutere.
Ma veniamo ai fatti: l’azienda Pucci è stata fondata dal Marchese Emilio nei primi anni Cinquanta dopo il debutto di quei fantastici abiti di seta fantasia che stavano nel pugno della mano fin dalla prima sfilata organizzata da Giovan Battista Giorgini nel 1951. Poi un successo strepitoso, i colori Pucci che invadono il mondo, Marilyn Monroe che adorava bikini e a camicie, il jet set internazionale che impazziva per la stampa Vivara. Con tenacia il Marchese è arrivato felicemente agli anni Ottanta coi famosi fuseau indossati da Madonna, sempre ammiratissimo e sempre copiatissimo, affiancato nei suoi ultimi anni dalla figlia Laudomia Pucci.
Poi nel 2000 la decisione di vendere il 67% del brand al gruppo LVMH di Bernard Arnault e più recentemente l’acquisizione di tutto il pacchetto. Ora la mossa di spostare tutto a Milano con l’ufficio stile che dal marzo 2015 è diretto da Massimo Giorgetti che finora ha lavorato a Palazzo Pucci in via de’ Pucci a Firenze dove tutto è cominciato, in quelle sale dove il Marchese Emilio ha sfilato per tanti anni. Oggi è arrivato il commento del sindaco di Firenze Dario Nardella che ha assicurato tutto il suo impegno e il suo interessamento, fino a chiedere un incontro chiarificatore col patron Arnault. “Pucci senza Firenze perderebbe il suo valore più profondo – dice Nardella – ho intenzione al più presto di contattare il signor Arnault per convincerlo della necessità e della bontà che il centro stile e le attività oggi esistenti rimangano nella nostra città”. Il sindaco ha lanciato un appello alla città perchè questa notizia di trasferimento di Pucci non resti nel silenzio perché “stiamo parlando di un pezzo di storia di Firenze e della moda italiana”.