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A cinque giorni dall’Election Day si può tracciare in primo bilancio di questa infuocata campagna elettorale anche in fatto di look.

Hillary Clinton ha intelligentemente preso la strada dello stile classico e del colore vivo, per completi pantaloni quasi tutti uguali dal taglio perfetto, senza ornamenti di troppo, rallegrati da collane di pietre dure o di perle che illuminano il volto circondato dalla pettinatura lievemente cotonata e corta che le toglie qualcuno dei suoi 69 anni. A realizzare i completi pantaloni, come racconta il quotidiano di moda americano WWD.com, è stato lo stilista, amico e fattivo sostenitore della Clinton, Ralh Lauren che ha osato perfino il total look bianco latte e molte volte azzurro e rosso per le occasioni principe della campagna elettorale  e per i faccia a faccia in tv con l’avversario.

Donald Trump, sempre secondo WWD.com, veste prevalentemente abiti sartoriali di Brioni, marchio del Made in Italy passato al gruppo Kering, che per tanti anni ha rappresentato uno dei brand di punta dell’eleganza maschile internazionale. Trump deve essere stato e continua ad essere un cliente affezionato, nonostante oggi Brioni stia vivendo momenti di difficoltà a cominciare dai sarti e dalle maestranze considerati in esubero nello stabilimento di Penne, in Abruzzo. Implacabile Donald nello sbatterci in video e in foto l’eterna cravatta rosso pomodoro che oramai non porta più nemmeno nessuno dei vecchi “arnesi” del Pd.

Hillary ha anche il vantaggio di aver raccolto un boom di donazioni dal mondo del fashion. Il primo segnale di preferenza è arrivato mesi fa da Anna Wintour, papessa di Vogue America, che ha sfoggiato per prima la t-shirt promozionale con la faccia della Clinton stampata da Marc Jacob, quasi un via libera alle sottoscrizioni di sostegno elettorale per la campagna che hanno permesso alla candidata per la presidenza della Casa Bianca di raccogliere 638.305 dollari dal mondo del fashion contro i soli 38.000 ricevuti da Trump dagli executive repubblicani, che evidentemente non hanno potuto fare a meno di una offerta. Tutti i contributi sono stati riferiti dal Center for Responsive Politics.

A battersi per Hillary e a finanziarla sono stati lo stesso stilista preferito Ralph Lauren, e poi Michal Kors (che pare abbia ‘schiumato’ quando ha saputo che Hillary veniva vestita da Lauren), Tory Burch, Vera Wang, Marc Jacobs, Donna Karan, Diane von Furstemberg e Calvin Klein quest’ultimo con 43.400 dollari.