Parigi, 3 ottobre 2016 – “Amo molto Parigi, in fondo è la mia seconda città!” dice Giorgio Armani a chiurura della sfilata dell’estate 2017 dell’Emporio Armani allo Stadio di Bercy con 700 ospiti ad applaudire le sue ultime creazioni che però raccontano tutta la storia e l’energia dell’etichetta più venduta in Asia e punta di diamante del suo business. Armani è venuto a sfilare a Parigi perchè sempre oggi ha riaperto con un cocktail mondanissimo il negozio Emporio Armani ed Emporio Armani Caffè in Boulevard St.Germain al 149, “un posto che tutti mi invidiano per bellezza e posizione”. Un lifestyle contemporaneo progettato dallo stesso grande stilista col suo team di architetti che si sviluppa su 4 piani per una superficio di 1.460 metri quadri.
Ma veniamo al défilé e allo stadio che si è trasformato come per incanto in un teatro armanissimo con sedute in bianco e nero e una passerella immensa e quadrata. Qui ha sfilato l’Emporio indosso a bellissime ragazze tutte con 5 lunghe trecce appuntate in testa, tacchi alti e bassi ma sempre preziosi e ricamati, trucco di luce, grandi cappelli a regalare un’aria di mistero, orecchini, collane e bracciali a forma di ventaglio, pochette da sera come piccoli scrigni.
“Questa collezione _ spiega re Giorgio in ottima forma mentre abbraccia e saluta tutti _è frutto di una visione che ho avuto guardando l’archivio di Emporio e la sua storia che dura da 35 anni. Ho cominciato con un Emporietto in via Durini ed oggi eccomi qua, di nuovo a Parigi che resta la città della creatività pura e libera. Dalla mia ricerca ho estrapolato le cose più particolari, i tocchi più eccentrici, il mio fuori dalle righe. La cliente Emporio Armani ha in media dai 25 ai 35 anni ma se giovane di testa ne può avere anche sessanta. Ed ho voluto esprimere la gioia di vestire di una ragazza che non vuol scandalizzare nessuno, non vuole turbare le coscienze ma vuol vivere la moda come qualcosa che ti regala serenità”, continua Giorgio. Lo stilista ricorda di aver fatto tante cose nelle sue collezioni che sono però scivolate via, ora è tempo di riattualizzarle anche se quando ha deciso di venire a Parigi non ha potuto non pensare alla delicatezza e alla tristezza della situazione francese. “Col mio lavoro cerco di rendere migliore la vita di un essere umano” continua e dai colori e dai ricami e dalle forme fluttuanti di questa collezione pare esserci riuscito davvero.
Tanti i pantaloni, ampi e leggeri e ripresi spesso alla caviglia, tanti i giacchini anche di pelle con le mostrine che mostrano l’immagine di un elefantino, un portafortuna che ha accompagnato gli ospiti dall’invito alla bellezza della passerells. Perchè l’elefante con la proboscide all’insù troneggia sulle borse come chiusura, diventa stampa nei pijama di seta verde acqua, ornamento per i bijoux, decori agli orli di cabn e giacche. In passerella anche un pugno di indossatori.