Intervista alla star Nicole Kidman: “I veri valori? La famiglia, il lavoro e la profondità dei sentimenti”
«Mia madre mi diceva sempre: tieni alto il tuo spirito e mi raccomando non dimenticare mai le mie battaglie femministe e soprattutto le nostre conquiste al femminile», racconta di sé Nicole Kidman, 49 anni di perfezione bionda, gambe da gazzella, corpo sfilettato là dove serve, capelli da Barbie e trucco naturale, seduta in un salone dell’Hotel Ritz accanto all’amico e grande fotografo Peter Lindbergh che nel “Cal 2017” le ha dedicato l’apertura con tre scatti nel mese di gennaio.
Ed eccola Nicole, garbata e soave, scherzosa e squisita, che non si sottrae alle domande e spiega subito che con Lindbergh «tutto è stato naturale, dopo i primi scatti credevo di aver fatto le prove e invece Peter aveva già finito il lavoro, tanto ha saputo catturare la mia anima e la mia naturalezza».
Signora Kidman, quanto conta la bellezza per lei?
«Molto, perché sono fortunata. Ma non è tutto. Prima vengono la famiglia, i miei figli, il lavoro che mi appaga. Mio marito dice che gli piaccio di più quando sono senza trucco. Come nelle foto del The Cal. Mi pare un bel messaggio di normalità per le giovani generazioni. E ha proprio ragione Alicia Keys a dire basta col trucco».
Cosa pensa della situazione delle donne oggi?
«Le donne hanno voce quando votano e mi sorprendo sempre quando so di Paesi che garantiscono il diritto di voto da poco».
Le è spiaciuta la sconfitta di Hillary Clinton?
«Non ho competenze per prendere posizioni politiche ma certo sarebbe stato bello vedere una donna alla Presidenza. Ce la farò finché vivo? Lo spero. Io sono nata ad Honolulu da genitori australiani e ho il doppio passaporto».
Lei per molte donne è il simbolo della perfezione…
«La perfezione non mi ha mai interessato, meglio la profondità delle emozioni e dei sentimenti, come con questo lavoro con Lindbergh che mi ha visto sul set tirarmi su i capelli con tanta naturalezza con le mani. La perfezione mi piace toccarla in famiglia, con conversazioni profonde che toccano l’anima».