Tornano l’alta moda e il ‘Made in Italy’ autentico fra gli stucchi di Palazzo Pitti. Lo stilista: “Oggi realizzo un sogno”. Il tenorissimo atteso in passerella
Magia, pura magia. Maestria, pura maestria. Sogno, puro sogno oggi alla Sala Bianca di Palazzo Pitti, riaperta ai defilé dopo 35 anni di “morte” come dice Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, che ha fortemente voluto l’evento: la sfilata dell’alta moda maschile di Stefano Ricci, che festeggia 45 anni eleganza e di coerente attenzione alla bellezza e alla cultura con questo momento di pura poesia sotto la luce degli 11 fantastici lampadari di Boemia e nel candore degli stucchi che il Granduca Pietro Leopoldo fece realizzare ai fratelli luganesi Grato e Giocondo Albertolli per abbellire Palazzo Pitti, la sua reggia, nella seconda metà del Settecento.
“Oggi ho realizzato il mio grande sogno”, racconta Stefano Ricci dopo la sfilata delle 14, accolta da continui applausi da parte del pubblico, dei critici e di molti amici (ma non più di 200). In serata la seconda occasione di stupore quando sulla magica passerella – anche questa tutta bianca – è salito nientemeno che il maestro Andrea Bocelli, in frac, accompagnato dai due figli, Amos e Matteo, in giacca smoking bianca. Fitti e convinti gli applausi anche per questa grande sorpresa del tenorissimo che da tre anni veste abiti Stefano Ricci nella vita professionale e anche in quella privata.
“Questo defilé con sei gruppi di uscita dedicati al colore e alle occasioni dell’eleganza maschile vuol essere prima di tutto un tributo a Firenze, la mia città, alla mia Toscana e all’Italia – continua Stefano Ricci, che è uscito in passerella col figlio Filippo, direttore creativo del brand, mentre la moglie Claudia, che lo ha sempre affiancato nel lavoro fin dall’inizio, e il figlio Niccolò, amministratore delegato, accanto alla moglie Elisabetta, applaudivano in prima fila -. Oggi realizzo un sogno che è anche la certificazione per la mia città di tornare a essere la capitale della moda uomo internazionale. Senza polemica ma con grandissimo orgoglio, passione, voglia di continuare a esaltare quel ‘Made in Italy’ autentico, fatto a mano e tutto al 100% in Italia. Spero che altri, in futuro, possano avere questa mia fortuna di una passerella di tanta importanza mondiale in Sala Bianca, dove nel 1952 è nata la moda italiana, sempre nel rispetto massimo del luogo”.
Apre il defilé, che entra nella storia fiorentina e mondiale del fashion, un bambino di 5 anni vestito con la linea SR junior e poi, con lui, altri bambini, in tutto nove, in completi elegantissimi come quelli dei padri. Perché Stefano Ricci lancia anche il messaggio costruttivo che l’eleganza si impara da piccoli e si tramanda di padre in figlio: un messaggio di gioia che si scioglie in oltre 55 modelli, tutti uomini bellissimi e di tutte le età, ma soprattutto mai scimmiottanti né tantomeno ammiccanti, in una sinfonia di colori che dal Blu Ricci passano all’amaranto, al grigio scuro e al nero delle occasioni da gran sera, tagliate però dalla luce di certe giacche da gran gala o da prima della Scala, in prezioso tessuto esclusivo dell’Antico Setificio, altro gioiello di famiglia dei Ricci, acquisito nel 2010.
Passerella di 18 metri, alta 40 centimetri da terra e nulla più, oltre le sedute dei 200 invitati, per lasciare l’incanto di questo spazio senza tempo dove, oltre ai lampadari di Boemia e all’alta moda da uomo di Stefano Ricci, hanno trovato posto anche 15mila candide rose.
La passerella racconta la giornata di un uomo cosmopolita che passa con nonchalance dalla tuta di cachemire allo smoking esclusivo, unicità ed eccellenza come mantra e Dna del brand, l’elegia dei cappotti e dei giubbotti di pelle con la stampa Africa, i tagli perfetti e le lavorazioni sartoriali che riempiono di orgoglio stilista e maestranze di un’azienda al top delle idee e della loro realizzazione. Con la Sala Bianca che torna ad essere la culla dove è nato il ‘Made in Italy’ e da dove da oggi riprende il suo luminoso cammino.